QUOTA 8 – 356 mslm

QUELLI CHE COLÀ SI DISCUOPRONO

NON SONO GIGANTI MA MULINI A VENTO

Durante uno dei tanti andirivieni, passo da Monterifrassine, che è una località in collina dalla quale si vede la Rufina. Per un istante vedo che proprio nei pressi di un incrocio stradale c’è un mulino a vento. Lì per lì, essendo vicino ad una fattoria e ad un agriturismo penso che si tratti di una trovata dei proprietari della struttura, però chiedo a Filippo che invece mi conferma che si tratta proprio di un mulino a vento che è stato restaurato un po’ di anni prima. Nel cercare informazioni più dettagliate sul mulino di Monterifrassine mi imbatto in due curiosità: la prima riguarda Leonardo da Vinci che ci ha lasciato alcuni schizzi di mulini a vento, e sul loro funzionamento, ed uno di questi rimanda molto per forma e struttura a quello che ho visto. L’altra curiosità è invece legata ad un libriccino che racconta la storia delle Macchine artificiose che sfruttavano l’energia eolica presenti in Valdisieve.

 

L’8 agosto mi rivedo con Filippo che decide di accompagnarmi assieme a Marco alla scoperta degli altri 3 mulini che ancora non conosco. I mulini sull’asse del vento sono 4 e sono tutti simili nella loro struttura: a forma di torre con pale in croce di legno.  Sono tutti sopra una collina e la quota sta tra i 300 e i 400 mslm sull’asse ventoso che idealmente passa da Monte Giovi attraversando la Valdisieve, l’Arno e giungendo fino a San Donato in Collina. Probabilmente sono tutti stati costruiti fra il 1700 e il 1800. Nel Comune di Pelago si trova il mulino di Poggiolino che per la gente del posto si chiama “ Casa Tonda”. Siamo ormai arrivati nel Comune di Rignano sull’Arno, praticamente alle porte del Valdarno: qui c’è il  mulino di Volognano e pare che sia il più antico ma non ci sono molti documenti. Se ci passi accanto nemmeno ti accorgi più che è un mulino. La storia del quarto mulino ci porta a Torre a Cona la villa con il mulino a vento, che prima era un castello con i mulini a vento. La sua posizione guarda la valle, guarda il Bombone, i luoghi dove il giovane Ardengo Soffici era nato e dove aveva scritto la zinganetta ma guarda anche Villa Focardo, che sta proprio lì vicino, la villa in cui Robert Einstein, cugino di Abert, nell’agosto del 1944 sentì uccidere la moglie Nina e le figlie Luce e Ciccì.